Ora che dopo la morte del figlio Shane ha annunciato il definitivo addio ai palcoscenici forse in tanti riconsidereranno la loro titubanza a riconoscere la genialità di Sinead O’ Connor: la problematica cantante irlandese ha sempre ricevuto un trattamento insolitamente ostile da stampa e buona parte del grande pubblico, nonostante anche a inizio carriera fosse noto che le sue intemperanze fossero legate a periodi trascorsi in riformatorio insieme alle violenze subite in famiglia.
Un talento a tutto tondo
La vicenda personale ha oscurato ingiustamente un’abilità artistica molto sfaccettata: chi la ricorda solo per la cover di “Nothing Compares 2 U” da lei portata al successo spesso ignora che in carriera O’Connor ha spaziato dal soul al rock, dal pop al reggae-dub, con lavori che probabilmente sarebbero stati accolti meglio se non fossero stati a suo nome.
Il suo essere considerata artista difficile è sempre stato l’ostacolo più grande da superare, dove invece musicisti uomini si sono fatti vanto di quell’etichetta, e anzi vi hanno capitalizzato per aumentare la loro visibilità (proprio Prince, fondamentale per lanciare la carriera internazionale di O’Connor, è uno di questi). Di recente, la colonna sonora di “Euphoria” ha sfruttato un brano meno noto della cantante: un omaggio, sì, ma anche un modo per chiederle scusa.