Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando personaggi come Fanny Mendelssohn o Clara Schumann decidevano di dedicare la loro vita alla musica.
Non sono loro, certamente, le prime compositrici donne nella storia dell’umanità, ma sono fra le più note del mondo classico. E anche se sono passati tanti secoli dal momento presente, esse affrontavano gli stessi problemi di molte delle interpreti e autrici che calcano le nostre scene oggi: la tendenza a essere stereotipate, poco prese in considerazione, sminuite o addirittura dimenticate. Come accaduto alla seconda moglie di Johann Sebastian Bach: era solo una diceria, e come tale è stata liquidata per secoli, ma è stato poi accertato storicamente che Anna Magdalena mise mano o compose molti lavori attribuiti all’illustre marito!
E che dire di Anne Marie Mozart? Sorella del più celebre Wolfgang e altrettanto geniale, rimase sempre nell’ombra dell’incontenibile fratello. Per arrivare più vicini a casa nostra, emblematica è la vicenda di Dora Musumeci: palermitana e prima pianista di jazz in un’epoca in cui questo genere musicale era conosciuto solo dagli intenditori, morì nel 2004 dimenticata da tutti, ma in carriera aveva suonato anche con Lionel Hampton o Dizzy Gillespie.
Queste storie, a prescindere dall’epoca alla quale risalgono, hanno in comune una caratteristica che per certi versi è possibile definire inquietante: la sistematica cancellazione di tante artiste che, fondamentali per originalità e importanza, stanno solo ora ricevendo il giusto tributo (ormai, per la stragrande maggioranza di loro, postumo).
Perché questo sito?
Proprio per questo abbiamo aperto questo portale: il nostro obiettivo è fare opera di divulgazione per riscoprire o evidenziare il lavoro di alcune fondamentali musiciste che non hanno ricevuto il giusto trattamento dai loro coevi, o che sono state ridotte a note a margine nel racconto delle carriere di uomini – loro sì – divenuti e rimasti celebri. Senza nulla togliere a loro, oggi è arrivato il momento di cambiare il finale triste di certe vicende, per quanto possibile.
Vogliamo farlo attraverso monografie, analisi, articoli di critica musicale, ma anche attraverso delle “provocazioni”: se alcune artiste fossero state più libere di creare, meno imbrigliate dal lavoro di manager, mariti o genitori invadenti, o anche semplicemente da una società retrograda, avrebbero cambiato la storia della musica? I nostri gusti sarebbero diversi? Ascolteremmo prodotti di altro genere? La nostra risposta è sì, e la motiveremo attraverso gli approfondimenti che troverete sul nostro blog.